sabato 3 settembre 2016

Paura parte seconda












Beh insomma, ero deciso ma non ero sicuro di riuscirci. Quindi alla fine l'ho incontrato, abbiamo scambiato giusto quattro chiacchiere e poi, dopo che non ho ricevuto risposte adeguate e sincere, ho cominciato a prenderlo a schiaffi. Schiaffi molto forti e poi qualche pugno. Ha cominciato a sanguinare dal naso ma io continuavo fino a quando non è scappato via.

Bene, proviamo a vedere:

1. prima: le emozioni si alternavano tra rabbia, paura, indecisione. Non ero sicuro di volerlo fare anche perché si trattava di una persona che ho considerato come se fosse stato mio fratello per diversi anni. Ma era inutile continuare a rimuginare, dovevo decidere, era il momento. Quindi, sicuro di fare la cosa giusta ho agito.

2. durante: mentre lo schiaffeggiavo sentivo attraversarmi da quella rabbia scaturita da tutte quelle ingiustizie ricevute da parte di questo soggetto, (e magari le rabbie represse fin da bambino) e ciò mi motivava a continuare. Allo stesso tempo però sentivo salire un po' di senso di colpa, proprio perché una volta, io e lui eravamo stati molto amici. Questo errore di valutazione mi ha impedito di esprimere al meglio la mia rabbia. Anche la forza con cui lo schiaffeggiavo si è andata lentamente ad affievolire, e questo non va bene. Una volta presa una decisione bisogna perseguirla senza ripensamenti, qualsiasi essa sia. Questo errore a volte può costare caro.

3. dopo: ho subito recuperato un po' di autostima e di forza. Ho sentito quella pace che scaturisce dopo la tempesta. Ero fiero di me stesso. Ho provato a me stesso di non essere un codardo e di non avere paura. E sapevo che in teoria avrei anche potuto prenderle. Insomma, stavo bene. Avevo superato un ostacolo, quello della paura appunto. Ma non intendo la paura di prendere a schiaffi qualcuno, ma la paura di non riuscire a controllare la mia stessa rabbia e quindi combinare qualche guaio serio....
Si, guardandomi in giro e confrontandomi con altri ho concluso che in realtà, la maggior parte di quelle persone che non reagiscono mai alle minacce esterne hanno paura che il loro diavolo esca fuori e combini una strage. Pochi, rarissimi sono quelli che effettivamente non vengono emotivamente toccati dalle urla e dagli insulti di qualcuno. Tra l'altro, ho potuto notare che le persone che non hanno realmente paura, molto raramente si trovano in situazione del genere. La vita è intelligente perciò le situazioni si creano con le persone giuste al momento giusto, sempre!Voglio dire che tutto succede perché c'è sempre (a mio avviso) uno scopo evolutivo.

I falsi spacconi dal canto loro, quelli che aggrediscono verbalmente la gente e si atteggiano a gallo cedrone, in realtà se la fanno sotto, e assumono questo atteggiamento con la speranza di spaventare l'altro e quindi salvarsi....

Insomma, uno ti urla addosso perché ha paura di te, e spera di spaventarti. E ci riesce perché in te comincia ad accendersi il fuoco sacro che tutto brucia e tutto distrugge; e naturalmente certe visioni spaventano: perciò reprimi, arrossisci, rosichi...fino a quando non esplodi.

Questi due soggetti sono entrambi dei perdenti. Hanno entrambi paura. Il primo ha paura di qualcosa (qualcuno) che sta fuori, l'altro di qualcosa che sta dentro...

Ora capisco il significato di ARTE marziale piuttosto che ARTE della guerra.

E' vero, perché anche anche per fare a pugni ci vuole ARTE.....

martedì 30 agosto 2016

Paura




Beh si, sarebbe scontato e retorico dire che la paura è la madre di tutti i nostri problemi. Si potrebbe forse dire che la paura è la madre dell'esistenza stessa; esistenza intesa come manifestazione. Qualcosa si manifesta poiché vuole conoscere se stessa, in un atto che altrimenti resterebbe nel buio, nell'ignoto e che in definitiva spaventa.
Perciò, cosa fare a questo punto? Come non avere paura se siamo figli della paura, se la nostra stessa natura biologica è intrisa di molecole piene di paura?

Potremmo anagrammare il termine trasformandolo in "a prua" dirigendoci così verso quella direzione fra il punto cardinale nord e l'asse longitudinale della nave (della vita nel nostro caso). Solitamente lungo tale asse agisce la spinta degli organi di propulsione (le eliche nella nave, la forza di volontà nell'uomo), e quindi per senso traslato viene riferita con tale nome anche l'azione di portare "la barca" su una determinata rotta. Il nord rappresenta simbolicamente la direzione verso la salvezza....da ogni paura...



Quale rotta prendere allora per evitare di avere paura? Quale strategia, quali azioni?

Presto detto:

"Fai le cose di cui hai paura...entra nella zona dell'ignoto. Se una cosa ti spaventa allora cercala, sperimentala, vivila e senti tutto il dolore che attraversa ogni singola cellula del tuo corpo. Compi un suicidio psicologico. Vomita, piangi, ridi come uno schizofrenico ma stacci dentro fino all'osso.....

Bene. Fatte queste brevi premesse teoriche passerò subito alla pratica, in modo che l'esperienza sia testimone oculare di se stessa e racconti come nessun altro può cosa accade prima, dopo e durante. Non ci saranno terze parti se non io stesso che sperimento e mi racconto.

Chiudo qui per il momento. Tornerò per raccontarvi com’è andato il mio incontro con la paura.


R.